Mentre facevo delle ricerche per trovare il nome giusto per
questo blog ho fatto un “giro” tra i detti, i proverbi italiani che avevano per
argomento la donna, tanto per cambiare.
Ho trovato i soliti, ma poi mi sono soffermata su uno:
la donna 15 anni scherza, a 20 brilla, a 25 ama, a 30 brama, a 35 sente, a 40 vuole, a 50 paga.
Ci ho riflettuto un po', poi il nome del mio blog è andato
altrove, ma trovato questo detto profondamente vero.
In questo momento io sarei nella fase del “bramare” cioè del
'desiderare ardentemente', come dice il mio caro amico, il Vocabolario
Treccani, visto che ho poco più di trent'anni.
E infatti SONO in quella fase.
Non scherzo più, come facevo a quindici anni; non sono più “nell'abbagliante
splendore del mio primo amore”, e prendo in prestito (e lo cambio) un verso
di Jacques Prevert, né del mio splendore in generale. Ma mi piaccio di
più: con le mie rughe sugli occhi, che riconosco a una a una perché so da dove
vengono; mi riconosco nel mio sguardo disilluso ma più consapevole, delle
debolezze come delle bellezze delle persone. Mi riconosco nei miei toni più
duri, che hanno perso molto del mio perbenismo e buonismo di ragazzina; e forse
ne hanno perso anche la spensieratezza.
Visto che ho passato i 25, amo anche in maniera diversa: non
più in modo “totale”, non in modo “cieco”, scomodando un altro proverbio
famoso, ma forse amo di più. Amo di più me stessa, metto me stessa al primo
posto. E poi gli altri devono convivere con il secondo, di posto: sempre che
gli vada.
Perché “bramo” la mia indipendenza, e la mia libertà.
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