giovedì 15 ottobre 2015

Dice il proverbio: "La donna 15 anni scherza, a 20 brilla, a 25 ama, a 30 brama, a 35 sente, a 40 vuole, a 50 paga". Ma è così? (Eh, sì)

Mentre facevo delle ricerche per trovare il nome giusto per questo blog ho fatto un “giro” tra i detti, i proverbi italiani che avevano per argomento la donna, tanto per cambiare.
Ho trovato i soliti, ma poi mi sono soffermata su uno:

la donna 15 anni scherza, a 20 brilla, a 25 ama, a 30 brama, a 35 sente, a 40 vuole, a 50 paga.

Ci ho riflettuto un po', poi il nome del mio blog è andato altrove, ma trovato questo detto profondamente vero.
In questo momento io sarei nella fase del “bramare” cioè del 'desiderare ardentemente', come dice il mio caro amico, il Vocabolario Treccani, visto che ho poco più di trent'anni.

E infatti SONO in quella fase.
Non scherzo più, come facevo a quindici anni; non sono più “nell'abbagliante splendore del mio primo amore”, e prendo in prestito (e lo cambio) un verso di Jacques Prevert, né del mio splendore in generale. Ma mi piaccio di più: con le mie rughe sugli occhi, che riconosco a una a una perché so da dove vengono; mi riconosco nel mio sguardo disilluso ma più consapevole, delle debolezze come delle bellezze delle persone. Mi riconosco nei miei toni più duri, che hanno perso molto del mio perbenismo e buonismo di ragazzina; e forse ne hanno perso anche la spensieratezza.


Visto che ho passato i 25, amo anche in maniera diversa: non più in modo “totale”, non in modo “cieco”, scomodando un altro proverbio famoso, ma forse amo di più. Amo di più me stessa, metto me stessa al primo posto. E poi gli altri devono convivere con il secondo, di posto: sempre che gli vada.

Perché “bramo” la mia indipendenza, e la mia libertà.

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