Litighiamo: io alzo la voce, lui spiega. Poi spiego io e lui
ascolta. Mangiamo gnocchi di patate al sugo e torta di carote parlando di
niente. Io lavo i piatti, lui li asciuga con un panno. Mi allunga un bacio tra
i capelli, io mi scanso appena per fargli capire che ce l'ho ancora con lui.
Beviamo un caffè e poi stiamo zitti, ci
guardiamo con la coda dell'occhio. Ci sondiamo.
Lui va via per un po' e poi torna verso
sera con due pizze margherita e un bel sorriso.
Lui: “so che stasera non mi farai restare
da te”
Io: “e perché?”
Lui: “perché altrimenti, se
avessi anche il premio, non mi daresti tua lezione”
Io: “vedo che inizi a capire come
ragionano le donne”.
Imperativo negativo
L’imperativo negativo forma la 2a persona singolare con non + infinito oppure del congiuntivo ➔esortativo, in tutti i casi in cui sostituisce l’imperativo
La 2a persona plurale dell’imperativo negativo dei verbi pensare e credere è resa con non + congiuntivo presente
A differenza dell’imperativo affermativo, nell’imperativo negativo i pronomi possono trovarsi sia dopo sia prima del verbo
Entrambe le forme sono corrette, anche se la tradizione grammaticale ha preferito la forma con il pronome messo prima anziché quella con il pronome messo dopo il verbo, oggi più diffusa nell’uso comune. (Da Treccani.it)
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